Soul

Il Soul raccontato da Sara Berni, leader dell'House of Blues italiana, il Big Mama di Roma
Foto di Massimo Leopardi e Julia Ovchinnikova

La prima volta che ebbi l’occasione di far parlare costantemente la mia Anima fu quando diventai la frontwoman di “Bianca Blues & i 7 Soul”, 11 elementi e una meravigliosa sezione fiati a tutto Rhythm’n Blues.

Per quasi dieci anni toccai con mano, orecchie e voce, l’evoluzione della musica nera: dai ritmi serrati entrati nel Blues alla meravigliosa intromissione del Gospel nei testi laici.
Mentre il Soul montava e si frammentava ancora, a tempo di Funk.

James Brown, Ray Charles, Sam Cooke, Wilson Pickett, Otis Redding, Aretha Franklin, Solomon Burke fino a Stevie Wonder, Marvin Gaye

“Soul with a Capital S” come dicevano i Tower of Power!  

Sarà che “Soul” vuol dire proprio “Anima”, ma credo sia stata proprio lei a chiamarmi. Sin da bambina.

Ascoltavo il Soul Funk di Prince, il Soul Pop di Whitney Houston, catturavo le venature Jazz e dell’ R&B più moderno in Anita Baker, consumando linguaggi, note e dischi.

Sì, cercavo una musica che non era “mia”, eppure era l’acqua in cui nuotavo con più facilità e in cui spesso mi lasciavo andare a morto a galla.
Per guardare il cielo.

Non mi sorprende che “la musica dell’Anima” non soltanto sia sopravvissuta al tempo, ma sia stata capace di cambiare ed esprimersi in mille modi e sfaccettature diverse.
Dal Gospel il Southern Soul, conosciuto anche come Deep Soul o Country Soul.
Il Soul Jazz (adoro!) dall’Hard Bop, dal Blues, dal Gospel e dall’R&B.
Dalla commistione di Soul, Funk e Pop lo Smooth Soul.
Dall’incontro tra l’R&B contemporaneo e l’Hip Hop, l’ Hip Hop Soul.
Il Nu Soul dal contemporary R&B e il Pop Rap e così via.

Sarà il Gospel che c’è dentro, sarà l’Anima che preme per uscire, tra i graffi e i falsetti della voce, saranno quelle volate su scale veloci, quell’appendersi al tempo su ogni nota, quel correre e quel sospendersi, sarà il fiato o i fiati, la sofferenza e l’estasi, la malinconia e la gioia, la denuncia e il gioco, il tempo che si rompe e che si ferma.
Sarà qualche blue note di passaggio, sarà la sensualità e la ruvidezza, l’energia e la forza, la commozione o il pianto.
Niente credo che sia paritario al Soul per esprimere ciò che sentiamo.

Posso dire di essere una cantante Soul di prima formazione, ma si sa, il Soul non sta mai fermo.
Come me.

Posso dire però con certezza che in tutta la mia musica c’è un po’ di Soul.
Perché in tutta la mia musica c’è un po’ della mia Anima.

“Con la A maiuscola” come dicevano i Tower of Power.